Alvito / Meditando con il calendario dell’Oasi

(In evidenza, il sacerdote-esorcista
dell’Oasi Mariana Betania
di Alvito, don Alberto Mariani)

22 Giugno 2024 –
Sabato – 11a settimana del Tempo Ordinario
Vangelo del giorno: Mt 6,24-34

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del giorno: “A ciascun giorno basta la sua pena.

Chi non vorrebbe risolvere così la questione del vestire e del cibo e dei pensieri tutti importanti? La mattina non facciamo in tempo ad alzarci che essi sono tutti pronti ad abitarci. Ci rendiamo la vita complicata senza guadagno. Il problema per noi è che la vita non è nostra, siamo creature e non possiamo manometterci. Anzi, lo facciamo e siamo nei guai allora. Imparare a dipendere, che è la verità, e a ringraziare. Non vale tenere i piedi in due staffe, fare, come al solito, un po’ e un po’, nel mezzo stavolta non c’è virtù. Dice Pietro (prima lettera): “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio… gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi”. Altro che prassi doverosa come ci sembra: preoccuparsi delle cose è frutto di diffidenza, cioè di superbia, di orgoglio. Cercare il regno di Dio, il resto viene da sé. È bella la fede e libera perché è comprensibile e se ne fa la prova.

A cura del sacerdote-esorcista
dell’Oasi Mariana Betania di Alvito
Don Alberto Mariani

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