Frosinone / Sovraffollamento del Pronto Soccorso, l’appello della Uil Fpl alle Autorità competenti.

 

Pronto soccorso Frosinone

Il Pronto Soccorso di Frosinone

Attraverso un appello rivolto al Prefetto della Provincia di Frosinone, Dott.ssa Emilia Zarrilli e, p. c. al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al Dott. Alessio D’Amato ed al Presidente della consulta dei sindaci, Avvocato Nicola Ottaviani, firmato dal segretario Paolo Pandolfi, la Uil Fpl ha sollecitato un intervento immediato per revocare la disposizione di servizio che attiva una situazione di pericolo per i pazienti e rischi di incolumità psicofisica per gli operatori sanitari dell’Ospedale di Frosinone.

Vengono esortate, pertanto, le Autorità competenti a trovare una soluzione provvidenziale e tempestiva che non è certamente quella di trasferire i pazienti dalle strutture del Pronto Soccorso ai corridoi dei raparti, ma quella di procedere celermente all’assunzione di operatori sanitari, medici e primari, anche perché è assurdo che, nel Dea di Frosinone, reparti vitali come Medicina e Chirurgia siano sprovvisti di un idoneo Primario.

La Uil Fpl ha deciso di chiedere una risoluzione del problema preso atto che, nel nosocomio del capoluogo, i pazienti in attesa di ricovero stazionano al Pronto Soccorso con il rischio di portare al collasso il reparto accettante.

La stessa disposizione presenta delle lacune inammissibili che, tenuto conto della  carenza di personale che vede spesso un unico infermiere garantire il turno di servizio – raramente poi coadiuvato da un ausiliario – sta generando, in quasi tutti i reparti dei presidi ospedalieri interessati, una preoccupante confusione, per cui le  Direzioni Sanitarie – considerata la situazione – sono costrette continuamente a richiamare in servizio i dipendenti in turno di riposo o chiedere loro di effettuare doppi turni.

Il personale medico, infermieristico ed ausiliario lavora in una situazione di estremo disagio in relazione alla continua esposizione a situazioni di superlavoro che ormai non stanno rappresentando più l’eccezionalità, ma – purtroppo – una triste quotidianità che espone il suddetto personale a seri rischi di incolumità psicofisica.

Gli stessi pazienti ricoverati in sovrannumero (in genere codici rossi) posti sulle barelle del Pronto Soccorso, si ritrovano nei corridoi dei vari reparti in una situazione ad alto rischio, letteralmente accampati con tanto di bomboloni di ossigeno appoggiati accanto ai letti e con le stesse identiche criticità di decoro e privacy di quando erano stazionati nelle strutture del Pronto Soccorso.

Il risultato, se poi di risultato si tratta, pone di  nuovo in evidenza, la presenza di gravi disfunzioni con il coinvolgimento dello stato di salute dei pazienti che non trovano idonea e sufficiente assistenza sanitaria.

Ancora una volta si deve sottolineare la mancata programmazione e razionalizzazione delle risorse economiche ed umane, l’incapacità cronica nel risolvere i problemi come, ad esempio, i tempi di attesa biblici del  Pronto Soccorso con pazienti sulle barelle o nei cameroni adiacenti ed ora addirittura accampati nei corridoi dei reparti, attendendo per giorni un posto letto.

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