“Con Roberto abbiamo parlato, ci legano una serie di campagne elettorali promosse insieme. C’è comunque una differenza: lui ha deciso di scegliere i suoi partner dell’opposizione (Forza Italia in primis!), io sarei stato più attento; lui ha deciso di fare così, io ho deciso di rimanere abbastanza autonomo da quelle che sono le scelte più partitiche di un certo senso, la mia storia la conoscete”.
Così parlava prima delle elezioni il candidato a sindaco Augusto Vinciguerra su un possibile accordo con De Donatis rimarcando invece, la sua distanza dalle scelte e dal progetto dell’ex rivale De Donatis. Oggi invece parla di un accordo programmatico ponendo alcuni punti quasi come fossero un feticcio dietro i quali nascondere una totale incoerenza nella sua condotta politica. Dunque, ci poniamo una serie di domande: che c’entra il “feeling” personale con l’attuazione di punti programmatici anche di una certa rilevanza? Una volta bocciato un progetto politico, come fai a sposarlo dopo il primo turno se hai bocciato le alleanze politiche del tuo ex compagno di partito? Come fai a giustificarle proprio adesso?
Ecco tutti i dubbi sulla centralità dei punti programmatici nel discorso di Vinciguerra. Nella conferenza stampa di sabato scorso, Vinciguerra ha parlatp di lavoro, sanità, innovazione e cultura senza spiegare come De Donatis gli abbia garantito l’attuazione dei suoi punti e senza neanche spiegare come Tersigni gli abbia ribadito la negazione degli stessi. Nella sostanza, non ha spiegato niente.
Invocando quasi ossessivamente l’attuazione dei suddetti punti, ha affermato, ribadito e insistito sul fatto che non gli interessano poltrone. Ma delle due l’una: o per questi punti programmatici si attiverà un referente all’interno della lista di De Donatis oppure se ne occuperà l’unico eletto della lista….Vinciguerra. Per il bene di Sora non vorremmo prendere in considerazione la terza ipotesi. Cioè che i fantomatici punti programmatici di Vinciguerra sono solo una scusa per portare i voti a De Donatis e non li attuerà mai nessuno.
Se a pensar male si sbaglia ma alcune volte si indovina, è legittimo a questo punto il dubbio che De Donatis gli abbia offerto un assessorato o delle deleghe pesanti e gli altri no?
Il Comitato Elettorale di Ernesto Tersigni.