Riportiamo di seguito la nota di don Mario Zeverini (foto in alto) inerente Sant’Antonio Abate uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa.
Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni, rimasto orfano, facendo suoi i precetti evangelici distribuì tutti i suoi beni ai poveri, si ritirò nel deserto della Tebaide in Egitto, dove intraprese la vita ascetica.
Qui vi restò per più di 80 anni; morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, Sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio.
La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea. Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci, simbolo delle tentazioni, o animali domestici, come il maiale, di cui è popolare protettore.
Durante il giorno di festa nel suo tempietto che sovrasta la città di Sora, a mezza strada, verso la collina che porta alla Madonna delle Grazie saranno celebrate due sante messe nel mattino, una alle ore 9.00 e l’altra alle ore 10,30. Al termine della seconda ci sarà anche la tradizionale benedizione degli animali; nel pomeriggio la “festa” si concluderà con una santa Messa e preghiera al Santo alle ore 15. Anche dopo questa celebrazione è prevista la benedizione degli animali.