Dal Direttore di Caritas Diocesana Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, don Toma Akuino Teofilo riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato: “La corretta informazione rappresenta un diritto per chi legge e un dovere per chi scrive. Al fine di non diffondere false notizie, talora anche infamanti, un giornalista o più semplicemente un comunicatore degno di essere definito tale dovrebbe scrupolosamente verificare l’attendibilità delle fonti a cui attinge e pubblicare un articolo solo dopo accurato riscontro.
Fatta tale premessa, la Caritas Diocesana di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo da me diretta è un organismo pastorale facente capo alla omonima Diocesi, attivamente presente sul territorio in svariati settori, tra cui quello dell’accoglienza. Nel suo operato, si muove all’interno di una rete territoriale assai estesa, che comprende le amministrazioni comunali, la Polizia Locale, la Questura e i Commissariati di zona, i Carabinieri e la Prefettura, tanto per citare le principali istituzioni con cui si confronta quotidianamente, con reciproca e tangibile collaborazione.
È notizia odierna (liritv.it) che la Caritas farebbe parte con le cooperative del business dei profughi e che si sarebbe dimostrata razzista lasciando alcune persone in mezzo ad una strada, senza mangiare e senza un alloggio. L’articolo in questione fa riferimento ad un fatto accaduto ad otto ospiti accolti da una cooperativa operante in questo territorio ai quali è stato notificato dalla Questura un provvedimento prefettizio di revoca delle misure di accoglienza. Trovo assai grave che invece venga pubblicato in rete un testo da cui i lettori evincono una versione dei fatti distorta e mendace secondo la quale “otto profughi sono stati sfrattati perché hanno perso lo status di rifugiati politici e quindi chi li gestisce non prende più soldi e per loro sono rifiuti umani da buttare sui marciapiedi”.
La conoscenza è la chiave per arginare tanta cattiva informazione diffusa paradossalmente proprio da chi per mestiere dovrebbe fare l’esatto contrario. Se solo si rispettasse la propria deontologia professionale, ma prima ancora si rispettasse l’Altro, tante dannose falsità non verrebbero diffuse e si eviterebbero inutili malumori in chi legge.
Per mera cronaca, gli otto migranti in questione sono temporaneamente accolti dalla nostra Caritas, dietro precise indicazioni del Vescovo Gerardo Antonazzo, che ha gestito personalmente il caso, vista l’urgenza e la delicatezza della situazione, con il prezioso supporto del nostro mediatore linguistico-culturale. Il tutto nella gratuità della carità cristiana, non senza le intuibili difficoltà del caso“.
Gianni Fabrizio
Addetto Stampa
Diocesi di Sora