Nei giorni scorsi, circa tremila persone sono scese in piazza a Colleferro per contestare la riattivazione degli inceneritori di Colle Sughero. Un corteo, allegro, ma determinato, nonostante la canicola, si è radunato in Piazza della Repubblica e ha raggiunto ColleferroScalo, quartiere dove sorgono i due impianti.
Gli organizzatori della manifestazione hanno raccomandato di non esporre simboli di partito per evitare strumentalizzazioni politiche attorno a temi, come la salvaguardia della salute e dell’ambiente,comuni a tutti i cittadini.
Decisione discutibile ma accettata dalla federazione Provinciale di Frosinone del Partito della Rifondazione Comunistacomunista che ,raccogliendo l’invito degli organizzatori non ha esposto il proprio simbolo ma ha partecipato massicciamente con molti suoi militanti.
Era doveroso esserci. Per sollecitare il rispetto dell’art. 32 della Costituzione che impegna la Repubblica alla tutela della salute dell’individuo e dell’intera collettività. Ricordiamo che, nei quindici anni di attività degli impianti, prima che, nel 2009 un’indagine per traffico illecito di rifiuti ne bloccasse il funzionamento, l’abnorme quantità di diossina e sostanze tossiche emesse nell’atmosfera ha provocato un aumento dell’86% di malattie respiratorie sul territorio .
Era necessario manifestare contro l’intera gestione dei rifiuti basata sulle obsolete pratiche dell’incenerimento e dello smaltimento in discarica, perché tali procedure sono nocive alla salute e antieconomiche. Una gestione virtuosa muove in una direzione totalmente opposta e comprende, oltre alla raccolta differenziata, l’insediamento nel territorio di impianti utili al recupero di ciò che oggi finisce in discarica o bruciato e offrirebbero nuova e buona occupazione.
Ciò comporterebbe però l’impiego di finanziamenti pubblici, non finalizzati ad un immediato ritorno economico ma al benessere dei cittadini… si tratta pertanto dell’elemento che è incompatibile con la natura dei governi a guida Pd, sia nazionale, sia regionale. Il decreto Sblocca Italia, licenziato Renzi nel 2014, impose il riavvio degli inceneritori di Colle Sughero e fu la Regione Lazio,responsabile del piano regionale,a ratificare il provvedimento.
La riattivazione degli impianti sarà finanziata dalla Regione attraverso la ricapitalizzazione di Lazio Ambiente, una Spa di cui la Pisana è proprietaria al 100%. Alla messa in funzione di uno dei due malsani camini contribuirà anche il comune di Roma, attraverso Ama, che ne è proprietaria al 40%.
In realtà tutta l’operazione si rende necessaria perché la Regione Lazio ha intenzione di cedere quota azionarie della Lazio Ambiente Spa a società private che già possiedono altri impianti di incenerimento.Due inceneritori funzionanti da aggiungere all’arsenale costituiscono un incentivo clamoroso per chi volesse acquisire la società della Regione.
Siamo al solito gioco di sacrificare il bene pubblico al profitto privato. Uno scenario già visto e in linea con il carattere liberista che affama la popolazione e tutela gli interessi del grande capitale. Per questo motivo la federazione provinciale di Rifondazione Comunista di Frosinone intende inserire la battaglia per il diritto alla salute e alla tutela ambientale, in uno scenario più ampio che ha come obiettivo la lotta al capitalismo e ad un iperlibersimo predatorio e crudele.
Siamo convinti che solo una visione globale delle dinamiche di sfruttamento può determinare la possibilità di ottenere eguaglianza sociale e redistribuzione del reddito e per questo ci batteremo strenuamente come abbiamo sempre fatto, con tenacia, determinazione e caparbietà.
Marina Navarra, Responsabile politche ambientali Partito Rifondazione Comunista (prima foto in alto)
Paolo Ceccano, Segretario Provinciale Partito Rifondazione Comunista – Sinistra Europea (seconda foto in alto)