Una scuola di laboratorio teatrale da sempre apprezzata persino da esperti autorevoli e da esimi addetti ai lavori, la collaborazione con le Asl e con la Comunità Exodus, e la trasformazione di un Centro Universitario Teatrale in una vera e propria compagnia sono stati i punti trattati nel corso di un’intervista dal direttore artistico del Cut, nonché docente di scrittura creativa, Dott. Giorgio Mennoia (foto in alto).
La domanda sorge spontanea: da quanto tempo dirigi questa scuola e com’è nata l’idea di formarla? “Procedendo per ordine e gradi, dico subito che il Cut è nato la bellezza di 27 anni fa, su iniziativa di un gruppo di studenti universitari e dell’allora Rettore, Federico Rossi. i quali si rivolsero al sottoscritto, allora direttore del centro operativo di cultura, attivo da tempo, chiedendomi di curare la parte didattica e artistica del centro”.
Naturalmente accettasti, vista poi l’escalation del Cut? “Sì, inizialmente, va detto che il Centro Univerisitario Teatrale nacque di concerto con l’Asic, associazione di inizative e servizi culturali e, qualche anno dopo, si costituì in associazione autonoma come Centro universitario”.
Di sicuro furono fissate le linee guida della struttura? “Sì, bisognava dare rilievo e promuovere le arti sceniche per coinvolgere non solo gli studenti dell’Ateneo cassinate, ma porre in essere un collante tra il mondo universitario e la cittadinanza, la realtà del Basso Lazio ed il comprensorio al quale si rivolgeva il Cut”.
C’è da scommettere che le iniziative furono molteplici? “I progetti furono, in primis quelli laboratoriali, con una scuola di recitazione, riservata non solo agli studenti universitari, ma anche a quelli delle scuole medie superiori, e, in particolar modo, i liceali, senza dimenticare gli operai, gli impiegati, i disoccupati e coinvolgendo persone della terza età”.
Da quel momento avete spostato l’attenzione anche su un’altra tipologia di persone? “Sì, abbiamo iniziato ad occuparci di devianze, del disagio, delle dipendenze e dei portatori di handicap, avviando una corposa collaborazione con la comunità Exodus. Ed inoltre iniziammo ad operare anche nell’ambito dell’Asl di Frosinone, a stretto contatto con ragazzi tossicodipendenti del centro diurno, i quali portarono in scena una commedia scritta di propri pugno e che si tenne nell’Aula Pacis di Cassino”.
Immagino che operando su diversi fronti eravate molto richiesti? “Infatti iniziammo ad agire in tutti i settori del teatro sociale: dagli anziani,ai bambini, dai ragazzi con disabilità fisiche e psichiche, ai figli degli extracomunitari, e faccio riferimento all’anno 2000. Ma non meno importante è stato il coinvolgimento degli immigrati per avvicinarli alle arti sceniche, alla cultura ed alla lingua nazionale. E’ un aspetto della nostra attività che non abbiamo mai abbandonato, tant’è che il nostro Centro è sempre sensibile alle disabilità di diverso tipo e gravità, e, negli ultimi tempi, è stata intessuta una collaborazione con l’Asl di Anagni per aiutare, con il nostro laboratorio gli anziani, i bambini meno fortunati, senza per questo mettere da parte l’attività di formazione attoriale per allievi che vogliono costruire il proprio futuro attraverso quest’arte”.
Qualcuno dei tuoi alunni ha fatto carriera? “Posso citare alcuni iscritti alla nostra scuola come Alessandro Cazzetta il quale ora si trova ad Hollywood ed è un musicista che si occupa di cinema. Ha lavorato in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, e, come scuola gli abbiamo dovuto rilasciare un attestato perché nel suo luogo di lavoro è richiesto. Mi va di ricordare Luana Morelli che lavora a Roma, gestisce una scuola di teatro e si occupa di cinema; Gabriele Sangrigoli, il quale è un nostro insegnante di dizione; Mariano Panella che gestisce una scuola di attori a Colleferro, e abbiamo delle individualità che si stanno mettendo in luce”.
Quali sono gli obiettivi per il futuro? “Fondare un’Accademia riconosciuta dal Miur, che dia la possibilità di acquisire un titolo di studio vero e proprio. In realtà siamo convenzionati con l’Università di Cassino, e gestiamo due corsi, ma non basta per conseguire un diploma. Inoltre ci piacerebbe costituire la Compagnia stabile del Teatro Manzoni, dal momento che, Cassino ha anche un teatro come quello romano ed ha tutte le carte in regola per poter disporre di una Compagnia che possa costituire la fonte di uno sbocco professionale per gli allievi dei propri corsi. Realizziamo spettacoli, ma non siamo una compagnia, presentiamo saggi e, pertanto, siamo una scuola riconosciuta persino da Lino Capolicchio. Questi ci premiò nel corso di una rassegna nazionale, con cinque medaglie su sei, riconoscendo la professionalità del nostro lavoro. Ecco perché ambiamo alla realizzazione di una compagnia in pianta stabile, perché vogliamo permettere a tutti i cittadini del Basso Lazio di esprimere la loro voglia di poter tentare questa carriera e di affermarsi in questo settore, senza dover, per forza di cose, recarsi lontano da casa”.
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni