Cassino / L’allievo del Cut, Giulio Marotta: “Ho scoperto il teatro per gioco”

Giulio Marotta immagine 5

Recito fin da quando ero piccolo, perché mi piace e, soprattutto perché mi ha aiutato ad aprirmi agli altri mettendo da parte inutili paure e reticenze”. A parlare è il diciottenne Giulio Marotta (foto in alto) allievo del Cut di Cassino, diretto dal maestro Giorgio Mennoia.

Avevo compiuto da poco otto anni – ci confida Giulio – quando ho scoperto di riuscire a far ridere chi mi stava vicino, ed ho affinato tale abilità nei campus estivi ed a scuola. E, da quel momento, ciò che era apparso inizialmente un gioco, è diventato una vera e propria passione. Riuscivo a coinvolgere ed a trasmettere le emozioni con estrema facilità, venivo chiamato a tenere spettacoli nel comprensorio ciociaro e, tre anni fa, ho cominciato a frequentare il Cut”.

Com’è stato l’impatto con la scuola di recitazione?Quando sono arrivato, non conoscevo nessuno, ma, già dai primi mesi tutti si sono aperti e si sono messi a disposizione ed è stato come riscoprire un ambiente meramente familiare. Il giudizio sul palco non esiste, ed anche durante le prove e mentre eseguiamo gli esercizi nessuno ti aggredisce anche quando sbagli e riesci, così, a ritrovare te stesso”.

Qual è la disciplina teatrale che ti affascina di più?Adoro il teatro in genere, con tutte le sue sfaccettature: dalla commedia, alla tragedia, dalla farsa al cabaret… non ne preferisco una in particolare. Forse sono portato più per la commedia perché la scuola è orientata verso quel tipo di recitazione, ma non mi dispiace cimentarmi anche in altre discipline”.

Recitare per mestiere o solo per hobby?Per il momento è soltanto un hobby, frequento l’ultimo anno del Liceo delle Scienze Umane a Cassino e spero che, magari, un giorno possa diventare un mestiere, ma è un gran bel punto interrogativo”.

Il teatro ti disinibisce e ti porta a contatto con la gente?I primi tempi ero un po’ chiuso, nonostante fossi abbastanza sciolto. Ma recitare mi ha aiutato molto perché mi ha disinibito ed anche i rapporti con le persone che non conosco li vivo senza timore, riesco ad arrivare ad ogni livello comunicativo ed il colloquio è sempre paritario”.

Consiglieresti il teatro ad una persona che è introversa?Certamente! Il primo anno che frequentavo il Cut, gli allievi della scuola piangevano prima di esibirsi o di prendere parte alle prove, poi, una volta superata la paura del palcoscenico, a fine anno facevano di tutto”.

Ti è capitato, dopo uno spettacolo, di avere l’adrenalina a mille?Più che dopo, prima dello spettacolo, quando bisogna controllare l’ansia e l’impatto con il pubblico. Ma dopo l’esibizione, per due o tre giorni mi sento quasi depresso, in quanto non ho più le prove, ed ho scaricato l’emotività, però poi tornando a lezione, rimetto in moto tutto il meccanismo”.

Qual è la commedia o il dramma nel quale ti sei identificato maggiormente ed il personaggio che più ti è piaciuto?L’anno scorso portammo in scena la commedia dal titolo: Nun se ver luce di Anna De Santis, in cui interpretavo un ragazzo non troppo sano di mente, era un personaggio diverso dai precedenti, mi sono immedesimato in quel soggetto ed infatti mi sono divertito talmente tanto, e spero di rifarlo”.

Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni
Addetto stampa: Miss Valcomino

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