Teatrando / Fabiola Forgetta, al Cut sono felice, recito per imparare tanti mestieri

Fabiola Forgetta immagine 5

Devo tantissimo al Cut, perché oltre ad erudirmi nell’arte della recitazione, mi dà la possibilità di insegnare e di crescere”. La dichiarazione è dell’allieva del Cut, diretto da Giorgio Mennoia, Fabiola Forgetta (foto in alto) originaria di Caserta.

Come mai ti trovi qui, visto che vieni da una cittadina campana? “Perché sono una studentessa universitaria iscritta alla Facoltà di Lettere moderne dell’Unicas di Cassino e frequento la scuola di teatro da circa tre anni”.

Come hai trovato l’ambiente?Ho iniziato come alunna ed ho fatto subito amicizia con le mie colleghe e con gli altri iscritti al corso di teatro. Le lezioni non sono mai troppo pesanti e, da quest’anno, ho cominciato anche ad insegnare ai disabili ed ai bambini”.

Ti senti più a tuo agio quando reciti oppure quando aiuti persone in difficoltà? “A me piace tantissimo recitare e stare sul palcoscenico: entrare nel personaggio è fantastico e regala un’emozione indescrivibile. Ma anche insegnare agli altri quello che hai appreso è gratificante, ed in più, aiuta a diventare adulti”.

Com’è iniziata l’avventura con il teatro ed in particolare con il Cut? “Cercavo una scuola di teatro da tempo e, non abitando a Cassino non avevo la possibilità di frequentarne una. Poi ho scovato il Cut e, grazie alla bravura del maestro Giorgio Mennoia ne sono rimasta talmente affascinata e non l’ho più lasciato”.

Qual è la branca del teatro che ti piace maggiormente? “Qui puntiamo molto sulle commedie ma preferisco le tragedie. Forse, comunque, non tutti i mali vengono per nuocere, perché sono costretta ad esercitarmi, in quanto non sono brava a far ridere le persone”.

Qual è stata la commedia nella quale ti sei esibita con maggior successo?Quando ho esordito partecipando ad uno spettacolo imperniato su varie rappresentazioni di Luigi Pirandello. Poi, mi sono sentita veramente appagata quando ho recitato nella commedia: ‘Per tutti gli dei’ ed infine mi sono piaciuta non poco, quando ho vestito i panni di aiuto regista nella commedia di Anna De Santis, ‘Aggio passat nu uaio’”.

Perché il teatro? Ho scelto questa strada, perchè diventare attrice, ti offre la possibilità di imparare tutti i mestieri del mondo. Ed è un sogno che coltivo fin da quando ero bambina… Per cui se entrare nel personaggio significa anche imparare a fare il pane, il concetto si estende a tutte le altre professioni”.

E’ stato molto difficile sdoppiarti? “No, ma è un aspetto che sto ancora imparando, e mi affascina maggiormente”.

Progetti per il futuro? “Aiutare nelle lezioni i miei alunni e recitare ancora nelle commedie al Cut. Inoltre, imparare quanto più possibile per diventare un’attrice di successo”.

Il teatro aiuta a superare la timidezza: sei d’accordo?Sono entrata in questa scuola e già avevo superato la timidezza, però l’arte della recitazione mi ha aiutato a vincerla definitivamente. Alcune persone non riescono a relazionarsi con gli altri, ma solo inizialmente, e poi si aprono: ogni persona ha i suoi tempi. Una volta superata la paura iniziale poi si diventa sciolti”.

Quindi sei d’accordo con i tuoi colleghi: il teatro ha una valenza terapeutica a 360°?Assolutamente vero, ed è una regola che vale per tutti, ma i bambini sono già più sbloccati la maggior parte delle volte; gli adulti invece hanno quelle chiusure che, nel tempo si sono formate, ma, temo, sia normale”.

Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni
Addetto stampa: Miss Valcomino

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