“Tutto è cominciato da bambino: quando rimasi quasi accecato, o per meglio dire affascinato, dal modo di recitare degli attori e capii che potevo farlo anch’io… modestia a parte”.
La dichiarazione audace è di Emanuele Mattia (foto in alto), un allievo quasi ventenne del Cut diretto dal maestro Giorgio Mennoia.
“Mi innamorai di questa disciplina – continua Emanuele – perché mi resi conto che potevo fare qualsiasi cosa, e potevo imterpretare chiunque. E poi una grossa mano me la diedero i cartoni animati, il loro modo di essere disegnati riusciva a darmi slancio nei movimenti, nelle espressioni facciali, nella postura ed ancora oggi tali elementi, mi stanno aiutando tantissimo”.
Quando hai deciso di fare teatro frequentando una scuola? “Appena tredicenne, mi sono imbattuto nel Cut, un Centro teatrale cucito apposta su di me, anche perché finanziariamente accessibile… inoltre, sono rimasto stregato dalla prima lezione tenuta dal maestro Giorgio Mennoia e, da quel momento, ho iniziato ad amare il teatro, ancor più di quanto lo apprezzassi in precedenza”.
Quanto ti ha dato questa scuola? “Il teatro, di per sè, riesce a dare sempre tanto dal punto di vista caratteriale, a tutti, indistintamente. Basti pensare che, una persona timida, può tramutarsi in qualcuno che non hai mai conosciuto. Personalmente ero molto timido, inizialmente, ma non fino al punto di essere etichettato come un emarginato o come un asociale. Ma, grazie a quest’arte sono riuscito a migliorare i rapporti interpersonali ed a rapportarmi con le persone con entusiasmo, successo e disinvoltura. Dopo aver terminato le medie inferiori ero entrato nel cuore di tutti i miei compagni di scuola grazie al teatro ed alle tecniche che avevo appreso al Cut”.
Un simpatico agli occhi di tutti… dunque? “Posso dire che riuscii a tirar fuori da me stesso, a mò di maieutica, tutta la simpatia che grazie al teatro avevo dentro ma che, forse, era rimasta inespressa o soltanto all’embrione”.
Teatro come mestiere o come passione? “E’ una passione per il momento, anche perché per trasformarlo in un mestiere, sono necessarie troppe componenti: molta fortuna, tanto lavoro, sacrificio e talento. Ma per il momento è un piacere ed uno spasso recitare perchè, comunque, mi sta aiutando nella vita di tutti i giorni e sono soddisfatto”.
Qual è la rappresentazione nella quale ti sei identificato maggiormente e che ricordi con particolare affetto? “Il mio primo spettacolo, perché l’idea di base era molto accattivante. Era intitolato: ‘A noi piace farlo così’, una commedia scritta da Giorgio Mennoia composta da molti spezzoni adattati, che avevano tutti il medesimo punto di riferimento, ossia l’amore, mostrato in tutte le sue sfaccettature: da quello passionale, a quello tormentato, dall’amore egoistico a quello possessivo. Ed è stata un’interpretazione che mi ha davvero colpito, anche perché avevo appena tredici anni ed ero agli esordi”.
Cosa fai nella vita oltre a recitare? “Mi sono appena diplomato al Liceo Magistrale Linguistico “M. T. Varrone” di Cassino, dal momento che sono nato nel 1998 a Pontecorvo ed abito ad Aquino, quindi sono poco più che diciottenne. E conto di iscrivermi, il prossimo anno, alla Facoltà di Lingue nell’Ateneo della Città Martire”. Come al solito: in bocca al lupo e… ad maiora!
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni
Addetto stampa de: Miss Valcomino