(Sopra il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede;
la Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Paola Spadari;
in anteprima il logo de: Giornalisti del Lazio)
Subito dopo aver pubblicato la lettera-aperta inviata al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede per denunciare il modo improprio con cui è stata data comunicazione ai giornalisti dell’Ordine del Lazio circa le prossime elezioni per il rinnovo del proprio organismo di categoria, sono arrivati in redazione centinaia di messaggi dello stesso tenore.
Ci sono centinaia e centinaia di giornalisti professionisti e pubblicisti che, nel Lazio, non hanno ancora ricevuto la lettera di convocazione al seggio e, chi l’ha ricevuta, pur avendo pagato la quota, viene passato per un moroso. Tant’è che, la maggior dei giornalisti del Lazio, professionisti e pubblicisti che ha già ricevuto la convocazione per le elezioni del consiglio regionale, previste per i prossimi 4 e 5 ottobre, si ritrova ‘intimato’ a pagare delle quote sociali che ha invece regolarmente pagato attraverso un regolare bonifico e attraverso Mav.
C’è evidentemente qualcosa che non funziona, e che soprattutto va chiarita. È forte il rischio ricorsi. Cosa sta accadendo in queste ore a Roma e dintorni? “La presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Paola Spadari – precisa una nota di Giornalisti 2.0 Gruppo Gino Falleri – ha inviato tramite “posta massiva” a molti giornalisti del Lazio la convocazione alle prossime elezioni dell’Ordine che si terranno il 27 settembre in prima convocazione e il 4 e 5 ottobre in seconda convocazione”. Ma, nella lettera di convocazione al voto, la Presidente intima alla nutrita maggioranza dei giornalisti contattati: “il pagamento delle quote dell’ordine, pena il divieto alla competizione elettorale“.
L’aspetto anomalo è che centinaia di giornalisti stanno scrivendo alla redazione e alla mail di Giornalisti 2.0 – Gruppo Falleri per denunciare un sopruso: per aver ricevuto una intimazione al pagamento scorretta e del tutto infondata, avendo loro la possibilità di dimostrare di aver pagato le proprie quote. Risulta, altresì che, moltissimi giornalisti laziali non abbiamo invece ancora ricevuto dall’Ordine alcuna comunicazione e alcuna convocazione al seggio elettorale.
“Forse la posta massiva non è arrivata a casa di ognuno di loro. Forse arriverà nei prossimi giorni? Speriamo, comunque, prima delle elezioni“- aggiunge la nota di “Giornalisti 2.0 – Gruppo Gino Falleri. “Ma a questo punto, essendo la vicenda ormai di dominio pubblico, ed avendo il Gruppo Gino Falleri, scritto anche un esposto ufficiale al Ministro della giustizia Alfonso Bonafede- ci sarebbe da chiedere formalmente alla presidenza dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio come mai “tanta superficialità”, o forse meglio “tanta approssimazione”, o nella migliore delle ipotesi “così tanta leggerezza”? Presumibilmente l’emergenza Covid-19 ha mandato in tilt il sistema informatico di Piazza delle Torretta”.
Ma allora, si legge nella nota de: Giornalisti 2.0: “perché non avete utilizzato il sistema della Pec, che viene usata regolarmente con tantissimi giornalisti in situazioni meno importanti di questa o per l’approvazione del bilancio? Speriamo che non sia per “nascondere” la vera data di partenza. È allucinante che ci siano lettere di posta massiva datate 26 agosto, e arrivate a destinazione solo il 17 settembre. Quindi fuori termine utile, e questo viola la ‘par condicio’ elettorale, almeno per chi volesse candidarsi”.
Il dato reale – per “Giornalisti 2.0- Gino Falleri ” – è ancora un altro: “Il 27 settembre e il 4 e 5 ottobre, almeno per il Lazio, si voterà solo per il rinnovo del Consiglio Regionale. Non si potrà invece votare per il Consiglio Nazionale, dopo la determina con la quale il Presidente Carlo Verna ha annullato le elezioni del Nazionale, spostandole a metà novembre. Sulla lettera dell’Ordine del Lazio invece non si fa nessun cenno di tale dettaglio, che non è marginale. Per i giornalisti laziali significherà dover poi tornare alle urne a distanza di un mese. E poi, perché il Lazio insiste con il ritenere bastevole un solo unico seggio al circolo di Montecitorio, mentre in altre regioni sono stati istituiti almeno tre seggi diversi? Terza regione d’Italia per numero di iscritti, eppure dell’emergenza Covid contro ogni forma di assembramento pare che al Lazio non importi nulla: tre seggi in tre città diverse avrebbero aiutato molto una maggiore affluenza al voto, e in maggiore sicurezza, non credete? Sarà forse che tenendo tutto a Roma è più facile avere meno gente al seggio?”.
Interrogativi pesanti, a cui prima o poi qualcuno dovrà pur dare una risposta.
Ufficio stampa G 2.0
Gruppo Gino Falleri
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