(Sopra lo storico, giornalista e sergente maggiore con qualifica speciale, Rodolfo Damiani;
in anteprima la strage di Kindu come riportata da un quotidiano dell’epoca)
in anteprima la strage di Kindu come riportata da un quotidiano dell’epoca)
“Per quanti non rigettano i valori portanti dell’idea di Patria, condividono il concetto di diritto inalienabile del servirla in armi e onorano coloro che hanno immolato la propria vita per la Grande Madre Degli Eroi, il mese di novembre rappresenta una summa (raccolta sintetica e completa ndc) di esempi che lo rendono sacro ai valori che hanno testimoniato“. E’ quanto riportato in un comunicato diramato a tutti gli organi d’informazione dallo storico, collega e Sergente maggiore capo con qualifica speciale, Rodolfo Damiani.
Nella nota si legge ancora: “E’ emblematico il 4 novembre, giorno della Vittoria, che rappresenta il sacrificio di un popolo divenuto Nazione condividendo gli orrori di una guerra terribile negli effetti. Nello stesso mese dopo 85 anni gli eredi di quegli uomini valorosi per portare libertà, democrazia e pace ad un popolo tiranneggiato morirono in un attentato vile perché rivolto a uomini di pace . Diciannove Italiani, 2 civili della cooperazione, 5 militari dell’esercito e 12 carabinieri con il loro sacrificio commossero l’Italia con il loro eroismo doloroso e provammo l’orgoglio che il tricolore sventolava ancora sulle rovine del nostro comando a sbarrare la strada all’integralismo”.
E ancora: “Con orgogliosa commozione gli aderenti all’Associazione Arma Aeronautica della Valle del Liri ricordano la strage di Kindu, in cui persero la vita tredici appartenenti alla 43° Aerobrigata dell’Aeronautica Italiana di stanza a Pisa. L’anno è il 1961, la data dell’evento eroico viene collocata nell’arco di tempo che inizia alle ore 13 dell’11 novembre e termina alle 10 del 12 novembre dello stesso mese. I tredici aviatori formavano l’equipaggio di due C 130 “vagone volante” “Lyra 5” e “Lyra 33”, nell’ambito di un intervento dell’Onu per soccorrere le popolazioni coinvolte nella secessione del Katanga, la partecipazione dell’Italia era un tassello per dimostrare la volontà di operare positivamente in sintonia con la politica di cooperazione internazionale“.
Damiani precisa poi: “I nostri avieri erano disarmati e si sono mossi senza alcuna precauzione credendosi al sicuro sotto l’egida di una missione di pace e in un aeroporto gestito da personale dell’Onu. Intercettati da una banda Katanghese, accusati di essere mercenari che portavano armi alla fazione avversaria, furono dapprima imprigionati , poi per timore che venissero liberati furono uccisi e mutilati barbaramente. A conclusione voglio ricordare che sulle porte del sacrario di Pisa è riportata la seguente epigrafe: “Fraternità ha nome questo Tempio che gli italiani hanno edificato in memoria dei tredici aviatori caduti in una missione di pace, nell’eccidio di Kindu, Congo 1961. Qui per sempre tornati dinanzi al chiaro cielo d’Italia, con eterna voce, al mondo intero ammoniscono. Fraternità“.
Concludendo: “Dopo l’eccidio i piloti e gli assistenti di volo uomini dell’Alitalia richiesero che la loro divisa fosse dotata della cravatta nera in luogo di quella di colore blu, in segno di lutto per i 13 aviatori uccisi. Duemila anni di civiltà ci fanno affermare : Dulce Et Decorum Est Pro Patria Mori (Orazio- laude a Tirteo) (E’ dolce e dignitoso morire per la Patria)”.
Rodolfo Damiani
Vice Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica
Sergente maggiore con qualifica speciale
Sergente maggiore con qualifica speciale