(Sopra il musicista provetto con la sua chitarra, Massimiliano Testa;
in anteprima il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone)
Con i suoi pregi ed i suoi doni di natura tipici di un… ‘enfant prodige’ della chitarra, Massimiliano Testa conferma di essere un artista completo e sempre in cerca di nuove sonorità, spaziando dalla chitarra elettrica a quella classica. Fa parte anche lui, e non potrebbe essere altrimenti, del Mundial Project Channel di Luciano Marcuccilli ed è entusiasta dell’idea avuta dal suo conterraneo.
Massimiliano Testa nasce a Cassino il 19 aprile 2000 e consegue la maturità scientifica a Pontecorvo nell’estate del 2019 con il massimo dei voti e, nel dicembre dello stesso anno, consegue con slancio la laurea triennale in chitarra al Conservatorio Licinio Refice di Frosinone anche in questo caso con il massimo dei voti e la lode. Attualmente è al secondo anno della specialistica, nella medesima struttura musicale.
Come nasce la passione per la musica, visto che a quell’età si pensa maggiormente a far parte di una scuola calcio? “Beh, c’è stato un trasporto molto precoce, e, la prima chitarra l’ho avuto tra le mani a soli due anni, come regalo in vista del Natale, anche perché mio padre mi ha sempre educato all’ascolto della musica rock’. A soli otto anni ho chiesto a mia madre di iscrivermi ad una scuola di musica, dopo soli tre giorni di scuola calccio. Dopo aver visto il video Pulse dei Pink Floyd registrato all’Earl’s Court of London nel 1994 e pubblicato nel 1995, mi è venuto il desiderio di studiare lo strumento seriamente. A Roccaasecca c’era Fulvio Mancone, il mio primo maestro di chitarra, e mi ha avviato agli studi al Conservatorio, consigliandomi di frequentarlo perché importante per la maturazione musicale ed per avere perizia e maestria dello strumento. E così, a soli undici anni ho sostenuto l’esame di ammissione e mi sono classificato al terzo posto, quindi da quel momento il mio maestro è stato Eugenio Becherucci, con il quale ho affrontato tutto il percorso didattico. Infatti prima della laurea ci sono cinque anni suddivisi in due sezioni: tre anni di corso base e due definiti di propedeutico ‘Afam’“.
Sei sempre riuscito a conciliare la musica con gli studi scolastici? “Sì, è stata proprio una costante della mia vita, perché ho completato gli studi del Liceo che sono stati molto impegnativi e che mi portavano via molto tempo. Tuttavia, compiendo qualche sacrificio anche durante la notte, sono riuscito a studiare lo strumento, ed ora è diventato la mia priorità. Mi premeva molto avere dei buoni risultati anche a scuola, perché avvertivo la responsabilità di avere un buon profitto“.
Suoni soltanto oppure ti cimenti anche nel canto? “Suono soltanto… non mi sono mai adoperato nel comprendere se la mia ugola fosse intonata“.
Cosa cerchi di trasmettere a chi ascolta? “Trasmettere qualcosa a chi ascolta è l’obiettivo più grande che un musicista pone al primo posto. Fondamentalmente cerco di comunicare le mie emozioni, le mie sensazioni, il mio stato d’animo e cerco di entrare in sintonia con lo strumento e, di poi con il pubblico. Nei concerti è essenziale“.
In genere, nel mondo del rock, la chitarra è lo strumento portante e più in vista, sei d’accordo, oppure il tuo genere ti fa pensare diversamente? “Inizialmente avevo come fine, quello di diventare un chitarrista moderno, la chitarra elettrica è sempre stata al primo posto, ma ho scoperto la ‘classica’ grazie al maestro Mancone. Ma, non posso prescindere dai due tipi di strumenti a corde: fanno parte di due mondi che hanno pochi punti in comune, ma, per me sono importanti entrambi. A differenza di quello che dicono in tanti, studiando tutte e due le chitarre ho avuto dei vantaggi, che sono stati reciproci. Di recente, ho cominciato a frequentare un Masterclass a Colleferro, dopo diversi master riservati alla chitarra classica. con Ciro Manna. Si tratta di un corso di otto lezioni iniziato lo scorso ottobre, e ci siamo dovuti fermare a causa della seconda ondata del Covid-19“.
Meglio suonare da solo, oppure in gruppo? “La musica sicuramente si fa insieme: direi che un musicista non si può ritenere completo se non sa fare musica con gli altri, Ma per il tipo di strumento che suoniamo anche l’ambito solistico è molto importante e così spazio in entrambi gli ambiti“.
Fai parte di qualche gruppo musicale? “Ho avuto una band nella quale suonavo musica fusion, denominata Beer for Free. Per il momento siamo fermi perchè c’è il Covid. Con la chitarra classica mi sono organizzato in casa per registrarmi e molto spesso pubblico qualche video idoneo, con un microfono professionale, e mi impegno a suonare per gli altri on line“.
Hai in mente di registrare un Cd? “Sicuramente, finito il biennio in Conservatorio è nei miei piani, oltre a partecipare a dei concorsi, ed a pubblicare un cd“.
Progetti per il futuro? “Terminata la pandemia ho intenzione di riprendere a fare concerti quanto prima possibile, perché avendo scelto di dedicarmi solo alla musica, la performance dal vivo è molto importante per tutti i musicisti e mi manca tanto la sensazione di suonare davanti ad un pubblico. Suonare a casa o per se stessi è molto interessante ma in versione ‘live’ il guadagno è maggiore“.
Quali persone vuoi ringraziare? “Sicuramente il mio maestro Eugenio Becherucci, perché è una persona che è stata sempre presente nella mia vita musicale, mi segue fin da bambino e i risultati che ho raggiunto finora sono frutto della sua bravura. Inoltre i miei genitori, perchè sono le persone grazie alle quali suono e mi sostengono con energia nei miei progetti. Mi viene altresì in mente il maestro Fulvio Mancone purtroppo venuto a mancare recentemente, ma è sempre vivo nei miei ricordi e, grazie a lui ha avuto la possibilità di crescere e maturare, essendo stato un grande chitarrista e un grande maestro, una persona speciale“.
Perché hai accettato la proposta di Luciano Marcuccilli? “Intanto perché è una persona che, nel nostro comprensorio si sente nominare di gran lunga. E’ attivo ed intraprendente, e sapevo già chi fosse. L’idea di dare spazio a musicisti ed operatori dello spettacolo, laureati ma giovani, e con tanta strada ancora davanti, non può che riempirci di gioia e, personalmente, cercherò di meritare lo spazio che Luciano mi ha dedicato e della visibilità che mi ha offerto”.
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni