(A lato e in anteprima, Paolo Ceccano mentre si sottopone
alla somministrazione del vaccino)
Soddisfazione ed entusiasmo: sono stati i due atteggiamenti con i quali, l’infermiere Paolo Ceccano ha vissuto l’esperienza della vaccinazione per combattere il ‘coronavirus’.
Il giovane paramedico ha dichiarato: “Il vaccino a cui mi sono sottoposto ha, in sé, molteplici valenze. Rappresenta evidentemente un traguardo scientifico incoraggiante e rassicurante, ed è la testimonianza di una capacità di affrontare lo sforzo di sopravvivenza umano in maniera corale e razionale, ma può rappresentare anche altro, legato a valori non esclusivamente materiali“.
Cosa intendi dire? “Vaccinarsi significa, infatti, cercare di preservare se stessi dal rischio più terribile affrontato dall’uomo negli ultimi secoli, ma non solo. Farlo con una profonda consapevolezza, significa voler garantire una minore diffusione del ‘virus’ a chi non ha mezzi per contrastare la sua diffusione. Può voler essere una manifestazione di rispetto di fronte all’impotenza di tanta parte del mondo che non ha, o non avrebbe, i mezzi per combattere il dilagare della feroce epidemia. Vaccinarsi trascende l’egoismo dell’individuo, l’opportunismo della sopravvivenza, e diventa atto di rispetto e di amore nei confronti della grande rete della vita della quale mi sento parte“.
Gilberto Farina
Direttore de: ‘Sora e Dintorni’