(Sopra il consigliere regionale (M5S), Loreto Marcelli, l’assessore ai rifiuti, Massimiliano Valeriani
e, in anteprima, l’inceneritore di San Vittore)
“Autorizzare l’ampliamento dell’inceneritore di San Vittore, con l’aggiunta di una quarta linea di incenerimento, significa martoriare ancor di più, dal punto di vista ambientale e sanitario, un territorio che sta già pagando un prezzo altissimo a causa dell’inquinamento atmosferico“. La dichiarazione è del consigliere regionale pentastellato e vice-presidente della Commissione Sanità, Loreto Marcelli il quale ha inviato un’interrogazione al Presidente Nicola Zingaretti e all’Assessore ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, nella quale si chiede come intendano attivarsi icirca la proposta progettuale di aumento della capacità di termovalorizzazione dell’impianto, attualmente in istruttoria negli uffici regionali.
“Il termovalorizzatore di San Vittore – si legge nella nota di Marcelli – sin dalla sua entrata in esercizio ha già prodotto un notevole numero di emissioni nocive, con gravi danni per l’ecosistema e per i cittadini residenti nella zona e più che un incremento, sarebbe auspicabile un calo della capacità di incenerimento, anche in considerazione di quanto riportato nel Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, secondo il quale la potenzialità attuale del termovalorizzatore, pari a 400mila tonnellate, è sufficiente a soddisfare il fabbisogno regionale e che il possibile aumento della potenzialità dovrà essere attuata in maniera moderata e limitata al recupero di specifici flussi di fanghi che non li rendono adatti ad altri impieghi“.
Marcelli ha poi aggiunto: “Se poi teniamo conto che, sempre secondo il Prgr, le necessità a livello regionale scenderanno sotto le 400mila tonnellate a partire dal 2022, non è chiara la ‘ratio’ secondo la quale la Regione abbia dato avvio, nello scorso dicembre, alla procedura per la quarta linea, mentre sarebbe stato più opportuno, anche alla luce delle nuove tecnologie disponibili, le cosiddette Bat, valutare la metodologia più idonea a conseguire la riduzione dei rifiuti emissivi”.
“Il raggio di influenza di questo gigantesco impianto di combustione – ha poi concluso Marcelli – è di circa 20 km e troppi dati, tra i quali quelli dell’Istituto Tumori Regina Elena, confermano purtroppo un alto indice di incidenza tumorale nella popolazione della zona. Ampliare quella che sembra essere già un bomba ecologica vuol dire dare un altro duro colpo ad una provincia che vede già una persistente ed elevata criticità ambientale”.
Ufficio Comunicazione M5S Regione Lazio
XI Legislatura