Posta Fibreno / Bocconi avvelenati, un cittadino lancia l’allarme

Nucleo cinofilo antiveleno immagine 1

(Sopra, un componente del Nucleo Cinofilo Antiveleno
con il suo cane e un Guardiaparco; in evidenza, un cane antiveleno)

Bocconi avvelenati nel territorio della Riserva! I fatti: un cittadino di Posta Fibreno ha accidentalmente rinvenuto delle sostanze avvelenate nello spazio attiguo alla sua abitazione ubicata all’interno del territorio dell’Area Protetta e ha provveduto a lanciare l’allarme.

Sono stati necessari, pertanto, controlli e sopralluoghi, sia da parte dei Guardiaparco della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno, sia da parte dei cani antiveleno dei Carabinieri Forestali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per bonificare una vasta area.

I controlli hanno interessato dapprima l’area dove sono stati ritrovai i primi bocconi e non hanno dato alcun esito, mentre, il giorno successivo, grazie all’ausilio del Nucleo Cinofilo Antiveleno operante nelle aree del Pnalm ed avente sede a Villetta Barrea, i controlli hanno interessato una zona molto più ampia e si sono conclusi con il ritrovamento, da parte dei cani, di ulteriori due bocconi avvelenati.

L’operazione di bonifica dell’area si è resa necessaria per contrastare il rilascio di altri bocconi avvelenati, una pratica illegale purtroppo ancora diffusa, i cui motivi sono tradizionalmente legati al controllo delle specie cosiddette “nocive”, ossia i predatori (volpe, tasso, rapaci, ma anche lupo) ma anche per la competizione nella ricerca dei tartufi, e, in ambito urbano, dopo liti tra vicini, per eliminare cani o altri animali domestici.

Da un primo esame dei bocconi che sono stati sequestrati dai Guardiaparco della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno, sembra che gli stessi siano stati confezionati con carne macinata con aggiunta di metaldeide (un veleno usato contro le lumache) e pezzetti di vetro.

Gli stessi ora sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per il Lazio e la Toscana per le successive analisi. Le esche avvelenate, come quelle rinvenute, spesso realizzate in maniera artigianale, una volta liberate nell’ambiente naturale provocano reazioni incontrollate, tanto che, per circoscrivere il fenomeno, il Codice penale prevede sanzioni a carico dei responsabili che vanno dalla reclusione alle ammende fino a 5.000 euro.

Occorre ricordare che i bocconi avvelenati non producono solo l’atroce morte degli animali che li hanno ingeriti – spiega il Direttore della Riserva Naturale Antonio Leccema anche le carcasse degli stessi possono a loro volta provocare l’avvelenamento e il decesso di altri animali (per esempio uccelli rapaci, volpi e lupi) innescando una terribile reazione a catena. Inoltre, il veleno contenuto nelle esche e bocconi può diffondersi nell’ambiente, inquinando il terreno e le acque superficiali, o entrare direttamente in contatto con la popolazione, in particolare i bambini, esponendola al rischio di avvelenamento. Per le ragioni descritte le indagini dei Guardiaparco della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno proseguono a ritmi serrati per assicurare i responsabili alla giustizia e porre fine alla squallida vicenda”.

Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni; soraedintorni.it
Fonte: Dott.ssa Maria Concetta Carbone
Riserva Naturale lago di Posta Fibreno

 

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