(Sopra, il Sindaco di Trevi nel Lazio, Silvio Grazioli;
in evidenza, il panorama della cittadina)
Con una missiva indirizzata al Dipartimento per le politiche di coesione, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, e ai Capigruppo del Consiglio Regionale del Lazio, nonché al Sindaco di Trevi nel Lazio, Dott. Silvio Grazioli, il Gruppo Consiliare Unione e Cambiamento del Comune di Trevi, medesimo, rappresentato dal capogruppo Vincenzo Cecconi, ha portato all’attenzione una grave ingiustizia perpetrata a danno di tanti luoghi, marginali e fragili, dislocati lungo la dorsale appenninica.
Nel comunicato si legge: “La popolazione di un piccolo Comune qual è Trevi nel Lazio (poco più di 1700 anime), che pure ricade nell’Area Interna (Lazio 3) e protetta (Parco naturale Regionale dei Monti Simbruini, con risorse idriche proprie, attraverso un atto d’imperio, adottato da un Commissario ad Acta, nominato dal Presidente della Regione, suo malgrado, si ritrova a transitare, con tutte le conseguenze che esso comporta, al Gestore Unico Acea Ato 2”.
“Ma a generare maggiore perplessità – si legge ancora nella nota – è che, nonostante la legge sulle Aree Interne, e nonostante le deleghe regionali per i piccoli Comuni, e nonostante organismi dedicati (quali l’Uncem), e infine, nonostante il Parco Naturale, in questi anni, nessuno degli abitanti di questo luogo, come si presume di quelli con uguali caratteristiche, hanno visto aggiungere o migliorare un solo servizio. Per contro, ora, la beffa di essere allineati alla gestione idrica delle città di pianura, soprattutto, di essere allineati alle stesse tariffe”.
La domanda, che. a questo punto, il gruppo consiliare formula, è la seguente: “Come equiparare una bolletta dell’acqua di un’utenza romana o dei Castelli Romani a un’utenza di Trevi nel Lazio? Si rende necessario, pertanto, un intervento politico, e, quindi legislativo, per porre rimedio a quella che appare una palese forma di ingiustizia e penalizzazione per i piccoli borghi montani. Riteniamo sussistere la necessità di ridisegnare gli Ambiti Territoriali Ottimali, magari anche attraverso la creazione di sub Ambiti, ai quali possa essere garantito un trattamento più equo e più consono alla loro condizione di comunità fragili e penalizzate“.
“A tal proposito – osi legge nel documento – la proposta che sottoponiamo alla vostra c. a. è così riassumibile: a) Individuazione di Sub Ambiti costituiti dai Comuni ricompresi nelle Aree Interne; b) Applicazione di canoni e condizioni sensibilmente vantaggiose, modulate solo in ragione delle reali distanze dalle fonti di approvvigionamento idrico e delle opere funzionali all’adduzione fino alle singole utenze. Non si tratta di creare dei privilegi, ma di un atto di giustizia. Siamo convinti che uno o più soggetti politici o istituzionali possano interessarsi alla problematica, e possano impegnarsi a sostenere le istanze presentate, oppure a disegnare una nuova mappa che abbia, come riferimento, la concreta costruzione dei diritti di cittadinanza e contribuisca, così, all’abolizione ddelle diseguaglianze territoriali”.
Cecconi ha poi concluso il suo appello dichiarando: “Abbiamo deciso di inviare questa lettera accorata a più destinatari politici e istituzionali ritenendo opportuno doverci appellare alla sensibilità di tutti, perché è un tema che dovrebbe mobilitare tanti, indipendentemente dall’appartenenza partitica”.
L’invito è quello di riflettere su quanto sia importante procedere al più presto con provvedimenti pertinenti.
La redazione