(In evidenza la locandina dell’evento di chiusura
della mostra di Mimì Notarangelo al Maxxi di Roma)
Domenica 3 settembre ‘finissage’ (evento di chiusura ndc) al Maxxi nella città eterna, per la mostra del fotografo pugliese Domenico Notarangelo (chiamato Mimì) il quale con 33 suoi scatti, selezionati dalla famiglia dopo essere venuto meno, sulle oltre 100mila custodite nel proprio archivio, hanno permesso a migliaia di visitatori di aprire lo sguardo sulla civiltà rupestre.
Materano di adozione, Notarangelo ha saputo evocare attraverso i suoi scatti neorealistici il valore sociale e culturale di un ‘sapere’ nascosto sebbene popolare e, per questo, in grado di favorire la rappresentazione ancestrale di quella quotidianità rupestre che tra feste, riti, celebrazioni religiose, manifestazioni politiche, giochi intrattenimento di piazza e scene di lavoro riprese nei campi e nei borghi fino ai paesi e alle città, ha contribuito a far emergere luoghi identitari in cui i protagonisti negli ultimi 50 anni sono stati gli unici eredi della civiltà rupestre di Puglia e Basilicata.
La mostra, a cura di Francesco Cascino e sotto la direzione artistica di Giuseppe Notarangelo è stata ottenuta dalla Regione Puglia in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali e, fino a domenica 3 settembre dalle ore 18.00 alle 21.30, continuerà a far scoprire ai visitatori l’autentico valore di una cultura nascosta ‘entrando nelle cose‘ attraverso l’aulica visione neorealistica di questo M° della fotografia.
La redazione