E’ possibile trovare nelle librerie specializzate e, in particolar modo a Bibliotè, sita a Sora in via Lucio Gallo, 13 l’ultima fatica editoriale redatta dalla scrittrice Maria Scerrato e premiata a Fiuggi, di recente, per la Storia del Lazio Meridionale, dal titolo: “Fiori di ginestra, donne briganti lungo la frontiera’.
Dall’oblio della memoria riemergono sette storie vere di donne che hanno vissuto da protagoniste la lotta armata contro l’invasione piemontese nel periodo post-unitario, lungo il confine più antico d’Europa, quello tra il Regno e lo Stato Pontificio.
Sotto forma di racconto, con profonda attenzione alla storia, alla topografia e alla etnografia brigantesca, sono narrati alcuni episodi tratti dalle vite di Michelina Di Cesare, Maria Capitanio,Elisa Garofali,Maria Teresa Molinari, Nicolina Iaconelli, Cristina Cocozza, Rosa Cedrone. Bellissime combattenti di singolare coraggio e forza, attraverso la narrazione, rivelano mille sfumature psicologiche ed un lato emotivo e valoriale mai svelato nell’indagine storiografica.
Maria Scerrato di Alatri ha dato alle stampe un libro di racconti ispirato alla vita e alle gesta di sette personaggi femminili molto particolari. Si tratta infatti di sette brigantesse, che operarono su un teatro territoriale corrispondente alla Ciociaria e all’Alta Terra di Lavoro, ossia le terre sulle quali passava la frontiera fino al 1860 tra Stato pontificio e Regno delle Due Sicilie, e dal 1860 al 1870 tra Stato Pontificio e Regno d’Italia. La presenza della frontiera costituì un indubbio fattore di vantaggio per i briganti, i quali potevano così avvalersi di una sia pure malcerta immunità o impunità. Non a caso il sottotitolo del volume è Donne briganti lungo la Frontiera 1864-1868. Le protagoniste, come è subito e opportunamente evidenziato, non sono solo donne dei briganti, ma anche e soprattutto donne briganti, che, per coraggio, intraprendenza, determinazione, e spesso ferocia, niente hanno da invidiare ai loro sodali di sesso maschile. Brigantesse, appunto.
Le peculiari figure femminili sono tracciate dalla Scerrato, che ha condotto accurate ricerche d’archivio, con sobrio realismo e, trattandosi peraltro di un’opera narrativa e non di un resoconto storiografico, riecheggiando quell’aura romantica di leggenda che fatalmente sorge intorno a personaggi di tal sorta. In ogni caso, è bene sapere che sono realmente accadute anche le vicende più rocambolesche, come, a titolo di esempio, la fuga di Maria Teresa Molinari dal treno in corsa.
Ciò che, fra l’altro, colpisce il lettore è che delle protagoniste, che si sono date alla macchia, per lo più per sfuggire alle terribili condizioni materiali in cui la loro vita era costretta e destinate in gran parte a morte violenta o a lunghissima detenzione, è ben resa la femminilità, la quale si esprime sia nell’accoratezza di madri impensierite per la sorte incerta dei figli, sia nel trasporto di appassionate amanti malgrado tutto.
A cura dell’Ufficio stampa
della Libreria Bibliotè
Via Lucio Gallo, 13
03039 S o r a