Un incontro del vescovo, mons. Gerardo Antonazzo con i sindaci e gli onorevoli del territorio diocesano, in occasione del II Convegno sul progetto culturale:”Il Cammino di Canneto”, si terrà lunedì, 31 ottobre 2016, con inizio alle ore 15.30, ad Atina nel Palazzo Ducale.
Mons. Gerardo Antonazzo ha sempre caldamente espresso il desiderio di voler conoscere a fondo le popolazioni e l’intera Diocesi di Sora, Cassino, Aquino, Pontecorvo, con i molteplici problemi, le caratteristiche, le usanze, le attese, le speranze, la sua ricca cultura e tradizione.
E così, ecco un’altra occasione costruttiva di dialogo, di riflessione, di confronto, di condivisione e di crescita, per continuare ad individuare, insieme, sinergia, intesa e collaborazione. L’incontro farà certamente emergere, ancora una volta, come sia possibile, che la Chiesa di Sora, Cassino, Aquino, Pontecorvo e le Istituzioni Pubbliche, collaborando, ciascuno nel proprio ambito di azione, possano essere in grado di offrire solo risposte efficaci e concrete per il bene comune.
Il programma prevede: alle ore 15.30 il saluto del sindaco di Atina, Ingegner Silvio Mancini; quindi l’introduzione al Convegno del vescovo, mons. Gerardo Antonazzo. Seguirà la relazione del Dott. Federico Massimo Ceschin, Vice Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, esperto di sviluppo turistico sostenibile e degli Itinerari culturali che tratterà Le prospettive del Progetto Culturale “Il Cammino di Canneto”.
Sono quindi previsti gli interventi dei presenti. Al Convegno farà da cornice una originale ed interessante “mostra fotografica”: “Sulle strade della fede. Il Pellegrinaggio a Canneto agli inizi del ‘900”, a cura di Romeo Fraioli, con una serie di trenta foto, scatti di Paolo De Camillis e Luciano Morpurgo, e riguardano il pellegrinaggio a Canneto agli inizi del 900.
Coordinatore dell’intero “progetto” è Monsignor Domenico Simeone, che sta curando tale importante iniziativa con professionalità, attenzione e convinta partecipazione personale. Al termine del Convegno i sindaci consegneranno al vescovo Gerardo un’istanza, che sarà fatta pervenire al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, caldeggiando l’approvazione del progetto culturale e sociale “Il Cammino di Canneto”.
Il Progetto culturale “Il Cammino di Canneto” rappresenta la Storia, la Tradizione, la Cultura, la Fede ed a consegnarcelo sono, da secoli, persone di ogni età, ceto sociale, cultura, che intraprendono quel cammino a piedi che li porta al Santuario di Canneto.
Non è un’invenzione moderna, non è la riscoperta di una tradizione, ma il vissuto ininterrotto di un cammino che ha sfidato i secoli, percorso da un susseguirsi di generazioni, con l’unico scopo di raggiungere il “luogo” per vivere la bellezza di un’esperienza, l’incontro con la Stella del Monte Meta, la Vergine Bruna, S. Maria di Canneto.
Il toponimo di Canneto, giusta la sua accezione, deriva presumibilmente dalla presenza in loco di canne, oggi del tutto scomparse. Una chiostra di monti e di faggete, dominate sullo sfondo dal gruppo della Camosciara, fa da splendida cornice all’antico e nuovo tempio.
Il Progetto “Il Cammino di Canneto” coinvolge il territorio di quattro regioni Lazio, Campania, Molise, Abbruzzo, legate dal culto della Madonna Bruna del Santuario di Canneto in Settefrati (Fr), Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, da tradizione antichissima e che, dai centri di queste quattro regioni, fa affluire centinaia di migliaia di pellegrini che, a piedi, in prevalenza nei giorni della Festa, 18-22 agosto di ogni anno, e con altri mezzi di trasporto nel resto dell’anno, si recano in questo Santuario posto a mille metri di altezza per manifestare la propria devozione.
Per “Il Cammino di Canneto” s’intende non semplicemente l’insieme dei percorsi per raggiungere il Santuario quanto l’intera area legata non solo al territorio geografico, ma anche alla cultura, alle tradizioni, agli stili di vita, alle esperienze religiose come risposta alla necessità di tutela, di valorizzazione nella sua specifica peculiarità storica, culturale, ambientale, economica, spirituale.
Numerosi i vantaggi offerti da questo Progetto: la rete ecclesiale territoriale entrerebbe in rapporto con altre reti (ecologico-ambientali, sistemi turistici locali, istituzioni) rispondendo così, anche ad esigenze complementari della fruizione culturale, turistica e del tempo libero; il Progetto potrebbe essere una componente innovativa anche nella prospettiva del recupero e riuso del patrimonio ecclesiale, artistico ma anche immobiliare, mettendo in relazione soggetti locali diversi ed insieme interessati a dare un volto nuovo al turismo non vendendo un marchio ma producendo cultura e soprattutto “itinerari di senso”; è un’opportunità per le realtà più piccole, per le quali è faticoso e problematico trovare forze e risorse per avviare progetti autonomi; offre la possibilità di contribuire allo sviluppo economico e sociale sostenibile del territorio attraverso la generazione di un’economia di indotto ed offrendo concrete opportunità di lavoro ai giovani.