È stato contattato come “anestesista rianimatore” dal Cisom, il Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta, per una missione umanitaria nella loro base di Lampedusa. Stiamo parlando del Dott. Augusto Vinciguerra (foto in alto) il quale ha dichiarato di ritorno dalla missione umanitaria: “Una forte ed indimenticabile esperienza grazie al Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta”.
Al porto di Lampedusa, i medici vengono impiegati su navi e motovedette della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e della Marina Militare per i pattugliamenti ed il soccorso in mare ai natanti in difficoltà. Quindi tutti i barconi ed i gommoni che partono dalle coste africane vengono intercettati e le persone sono trasbordate sulle navi italiane e poi portate a Lampedusa o negli altri porti siciliani o dell’Italia meridionale.
L’attività di recupero e salvataggio é sostenuta dall’Unione Europea con il Progetto Europeo denominato “Passim”, Primissima Assistenza Sanitaria In Mare, a cui aderiscono molte nazioni europee, fra le quali, la Spagna, la Norvegia, l’Inghilterra, la Grecia, la Francia e, ovviamente l’Italia.
In Italia, fino al 31 ottobre scorso, sono transitati oltre 158.000 migranti nell’anno 2016, rispetto ai 140.000 dello scorso anno, ma il problema più importante è rappresentato dais morti in mare, ossia circa 3900 quelli presunti.
Ecco le prime impressioni, i sentimenti, l’auspicio ed il commento del “dottore, scout, volontario”, Augusto Vinciguerra: “Anch’io sono passato per Lampedusa, ma ci sono venuto in aereo e vado via in aereo. Gli altri…… arrivano in barca. Sono i migranti, i “soli” con niente in mano e con poco negli occhi, solo la speranza di una nuova vita. Certo non è stato facile raccoglierli e sottrarli ad un mare che inghiotte e non fa sconti a nessuno, neanche a quella mamma che li aveva stretti a sé, per tutto il tempo per poi vederli strappati via da una semplice onda e rimanere sola con una loro foto attaccata al seno quasi a volerli ancora nutrire, preservare da ogni pericolo, condurre verso una nuova vita. Per loro questa possibilità non c’è stata. Nonostante il dramma che si trasforma in tragedia, i profughi continuano ad essere salvati da uomini e donne meravigliosi, che hanno fatto del loro mestiere il ponte della speranza futura. Non c’è mai uno sguardo contrariato per un orario non rispettato, per un vento freddo, cattivo, per un mare sempre amico ma oggi scontroso se non al limite della navigabilità. Per questi, non eroi, ma grandissime persone, esiste un solo obiettivo: tornare a casa con più persone possibili. Per tutti, personale di mare, sanitari, ma anche per chi coordina affinchè tutto sia sotto controllo e perchè non ci siano pericolo maggiori, c’è un solo obiettivo, tutti in un porto sicuro ed amico, sani e salvi. Professionismo unito ad ogni sorta di mezzo, dal navale all’informatico, di altissima qualità e volontà personale, sono le capacità migliori che, in ogni momento, sostengono tutti, perché tutti guardano e lavorano per l’unico obiettivo che ha portato anche me in questa recondita isola italiana ma con “terra africana”. Oggi sono soddisfatto, felice, soprattutto convinto della positiva azione che questa attività va attuando. Un grazie particolare lo riservo alla Fondazione, il C.i.s.o.m., Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, che mi ha permesso di realizzare una nuova e significativa tappa nel mio lavoro da medico”.
Gianni Fabrizio
Addetto Stampa
Diocesi di Sora