Nei giorni scorsi, voci di corridoio provenienti dall’ente Ater relative al comportamento delle maestranze, hanno generato una sorta di malcontento generale ed è stato necessario chiamare in causa i sindacati preposti per fornire chiarimenti, delucidazioni e spiegazioni in merito.
Le indiscrezioni riferivano di una condotta non certo esemplare delle associazioni di categoria, le quali non difenderebbero o difenderebbero in modo sbagliato i nullafacenti iscritti. Ma non è tutto, in quanto ai diversi dipendenti non sarebbe garantito adeguatamente il proprio lavoro oppure sarebbe difeso in modo non idoneo ed infine si rimproverava la presenza dei soliti furbetti del cartellino e dei dipendenti privilegiati che approfitterebbero del proprio status per non darsi da fare.
Paolo Pandolfi (foto in alto) della Uil Fpl per l’appunto, ha messo nero su bianco su tali fatti attraverso un’intervista mirata. “Non credo – ha affermato sincero e convinto Pandolfi – che l’ente Ater vada così male, infatti so che gli uffici sono stati trasferiti nei locali dell’ex Camera di Commercio e, quindi, la segnalazione esposta, potrebbe essere pretestuosa e infondata. Magari si allude a qualche altro sindacato, ma come Uil Fpl ci stiamo comportando in maniera diligente, abbiamo una quota di iscritti che ammonta a circa una dozzina, e ci sono stati di recente dei processi di riqualificazione del personale. Poi, se c’è qualche particolare che non conosco, ci sono i legali che stanno seguendo le pratiche, forse vengono reclamate mansioni superiori od altro”.
E circa i drittoni del cartellino che se ne infischiano di lavorare e di fare il proprio dovere? “Anche in tal caso, posso dire di non avere notizie specifiche, non so di preciso come si comportano i dipendenti ed i lavoratori pertanto o si denuncia oppure si rimane in silenzio”.
Come pensa sia nata la polemica? Una soffiata giunta al momento opportuno o cos’altro? “Per quanto riguarda l’Ater può trattarsi di qualche caso isolato, ma non ne conosco le connotazioni, ma se il dipendente si rivolge ad un altro sindacato di certo noi della Uil Fpl non possiamo sapere tutto. Quindi non vorrei sembrare ripetitivo ma non sono a conoscenza della situazione specifica e quindi non saprei pronunciarmi in merito alla medesima”.
La denuncia parte dall’Ater, ma a quanto pare coinvolge anche gli altri enti del capoluogo: lei cosa risponde? “Allora, partiamo dall’Asl. Negli ultimi tempi nelle aziende sanitarie e mi riferisco anche alle c. d. case della salute, c’è stata poca razionalizzazione negli interventi, a beneficio di una politica espansionistica: basti pensare alle risorse impegnate negli ospedali di Ceccano, Pontecorvo, Anagni e Alatri; dove però si è speso di più è stato nei nosocomi di Ceccano e Pontecorvo dove peraltro è stata registrata una forte carenza di personale, legata a pensionamenti del personale medico e paramedico rimpiazzato soltanto da un’esigua percentuale, ossia l’1%. Con la chiusura del Pronto soccorso di Ceccano, si assiste ad un’emorragia di pazienti che, dalla città fabraterna convergono in quella del capoluogo, la quale fisiologicamente non può accoglierli tutti per ovvie ragioni legate alla capienza della struttura. Ma c’è di più: nel 2014 il lavoro straordinario pagato al comparto, quindi esclusa la dirigenza è stato di circa 14 mln di € e, con quel pacchetto di quattrini si potevano fare delle assunzioni mirate ed ora avremmo del personale fisso e servizi migliori da offrire alla cittadinanza”.
Pandolfi ha aggiunto: “Per quanto riguarda la dirigenza medica c’era personale esterno che veniva da altre Asl a compiere degli straordinari ed un turno per un anestesista era di 60 €, pertanto dieci ore di lavoro erano pagate con 600 € con il costo mensile di un medico normale che lavorava per trenta giorni. Non si è capito perché la Regione non è intervenuta sistemando la situazione con delle assunzioni normali. Si parla di queste ultime, di stabilizzazione dei precari ma pragmaticamente ancora non è avvenuto alcunché”.
Pandolfi ha poi precisato: “Per quanto riguarda i Comuni che sono 91 nella provincia di Frosinone, c’è il blocco delle assunzioni e l’80% di queste ultime sono fittizie perché il personale è a tempo determinato ed esterno, mentre invece con il denaro investito si poteva assumere personale a tempo indeterminato e risolvere il problema nel migliore dei modi”.
Infine: “Non meno importante ricordare la condizione degli operatori dell’Anas, i c. d. cantonieri, rinchiusi nei centri operativi della nostra Provincia, circa 40 ma ben più di 100 nella nostra Regione e, o non sono operativi non potendo utilizzare le strutture della Provincia, essendo dipendenti dell’Ente sito a Roma in via della Pisana, oppure vengono pagati per non fare nulla. Quindi ci sono una quarantina di operai paralizzati ed altri che operano al loro posto”. Questa, la dura realtà che bisogna tollerare nella nostra Provincia!
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni