Carico di energia, di vitalità e soprattutto di inventiva, Mobius Strip, è il disco d’esordio del gruppo quasi tutto ciociaro composto da Lorenzo Cellupica al piano, organo e tastiere, Davide Rufo alla batteria, Eros Capoccitti (l’unico proveniente dalla vicina Balsorano), al basso elettrico e Nico Fabrizi al sassofono e flauto (foto in alto).
I brani del Cd si susseguono avendo sempre come punto di riferimento principale la frase musicale di partenza che poi viene sviluppata con assoli e prolungata con variazioni tematiche senza però mai distaccarsi dal canovaccio iniziale. Contaminazioni fusion, jazz allo stato puro e richiami al sound di Frank Zappa o di Pat Metheny (vedi anche Bloo e Dejà Vù) senza trascurare basi e influenze prog, contraddistinguono le sei tracce di cui si compone il Cd e non manca anche qualche riferimento alla musica classica con una sorta di Notturno qual è Call it a Day. La traccia che dà il titolo all’intero Compact Disc non si sa perché relegata all’ultimo posto è una miscela di sonorità ovattate scelte con precisione certosina che affascinano d’acchito con il sax di Nico Fabrizi che guida la cavalcata di suoni e con Lorenzo Cellupica che danza sulle tastiere regalando emozioni e impressionando per la tecnica che gli è propria. Davide Rufo è instancabile con le sue magiche bacchette ed i rullanti e Eros Capoccitti talvolta si spreme le meningi attirando l’attenzione con il suo basso elettrico.
Ricordiamo che i solchi di cui si compone il prodotto discografico sono tutti strumentali e denotano, nonostante la giovane età degli esecutori, astuzia e impegno cerebrale, perizia e abilità, creatività e, soprattutto genio musicale.
Abbiamo incontrato, nei giorni scorsi i Mobius Strip in un noto locale di Isola del Liri per conoscerli meglio attraverso un’intervista.
A parlare per primo è stato il compositore di tutte le musiche del Cd, ossia Lorenzo Cellupica che vanta collaborazioni con diverse crew del territorio ed ha accumulato finora una buona esperienza per muoversi da solo ed essere il deus ex machina dei Mobius Strip. “Ci siamo formati nel 2014 – ha dichiarato il talentuoso tastierista – abbiamo iniziato a provare con il batterista, e dopo essere naufragato un altro progetto che prevedeva l’utilizzo di un chitarrista, ci siamo ritrovati tutti e quattro con il preciso intento di realizzare un disco con pezzi inediti creati da noi. E’ stato un cammino duro ma ora stiamo raccogliendo i frutti sperati”.
Il drummer Davide Rufo ha poi commentato il disco più da vicino: “Abbiamo cominciato a lavorare al Cd nel 2014 e inizialmente ci siamo chiusi nella mia saletta a Sora, per provare e riprovare: è stato un lavoro abbastanza duro perché che ci siamo cimentati per circa un anno e mezzo alla stesura dell’opera e, una volta completato il lavoro abbiamo deciso di contattare Antonio Aronne che ha registrato per noi il disco. per conto dell’etichetta francese Musea richiedendo un impegno continuo e costante di circa tre giorni. L’idea è stata quella di unire le influenze jazz degli anni ’70, i dischi di Chick Corea e di Pat Metheny ed il jazz più moderno di artisti come lo statunitense Robert Glasper ossia le avanguardie. Non è un vero e proprio concept album proprio come accade con album di estrazione prog, vista la tendenza e la formazione di Lorenzo Cellupica, ma tutto nasce dalla sua ispirazione musicale ed ha un proprio filo conduttore riarrangiato dagli altri tre musicisti”. Poi è stato il turno di
Eros Capoccitti: “Non credo di avere né un ruolo fondamentale, né secondario nel complesso: cerco di metterci del mio e di arrangiare le composizioni in base ai miei gusti ed alla mia esperienza musicale. E’ stato difficile mettere su questo disco sia dal punto di vista della tenuta del ritmo, sia del tempo. Stiamo cercando di organizzare una mini tournèe per la prossima estate anche perché, ultimamente, abbiamo avuto contatti dall’Olanda e dal Giappone: alcuni siti ci hanno proposto di recensire il nostro album e da lì cercheremo di esportare all’estero il nostro prodotto perché in Italia è difficile che attecchisca. E la promozione e la produzione del disco è stata affidata alla nostra casa discografica francese la Musea Records, e più passa il tempo e più ci rendiamo conto che la nostra scelta è stata azzeccata”.
Dulcis in fundo, il sassofonista nonché flautista del complesso, Nico Fabrizi ci ha confidato: “Sicuramente si tratta di una band che ha speso tutto in quest’album e che ha dato il meglio di se stessa, di più era veramente impossibile fare. Si tratta di musicisti talentuosi e applauditi da tutti, almeno da quelli che ci conoscono nel comprensorio. Le basi per diventare un gruppo affermato ci sono tutte, però la strada è ancora lunga e non ci aspettavamo di avere tanti riscontri positivi come invece è accaduto. Siamo passati da un ambito prettamente localistico ad uno internazionale visto che abbiamo ricevuto plausi e favori da parte del pubblico made in U.s.a. grazie ad una recensione pubblicata da All about Jazz che ha commentato in maniera di gran lunga soddisfacente il pezzo Mobius Strip che dà il titolo a tutto l’album. I presupposti per andare avanti ci sono, adesso cercheremo di raggiungere altri obiettivi importanti. Ma va detto che, sebbene ognuno di noi ha impegni diversi, la musica è una passione che ci accomuna e contiamo di proseguire su tale lunghezza d’onda trasformando il nostro afflato collettivo in un vero e proprio lavoro. Del resto se non avessimo avuto tutta questa passione adesso non ci troveremmo qui tutti insieme e non avremmo speso tante ore in studio per provare e registrare il Compact Disc”.
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni