Cassino / Gli attori del Cut commentano l’opera ‘Per quieto vivere’ di Max Smeriglio

Massimiliano Smeriglio ha presentato il suo ultimo romanzo “Per quieto vivere” nei giorni scorsi nella Sala di piazza Margana a Roma, accompagnato dagli attori del Centro Universitario Teatrale di Cassino in trasferta nella capitale. In quasi trecento pagine l’autore ha proposto la fotografia di un condominio romano piuttosto grande, quasi fosse un piccolo paese, mostrando e indagando l’individualismo contemporaneo.

Durante l’incontro pomeridiano Gabriele Sangrigoli e Teresa Recchia, attori del Cut diretto da Giorgio Mennoia, hanno interpretato alcuni passaggi fondamentali del romanzo, trasportando l’intera platea nel vivo dell’opera. Le letture hanno perfettamente introdotto le diverse fasi del dibattito tra gli ospiti coinvolti nell’evento: Giancarlo Schirru dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Maria Antonietta Spadorcia scrittrice e giornalista del Tg2, Marta Bonafoni giornalista e consigliera regionale.

L’evento ha suscitato grande interesse nel pubblico presente in sala catturando, inoltre, l’attenzione di giornali ed emittenti nazionali, da Radio Radicale al Tg1 e Tg2. Ad organizzare l’appuntamento nel cuore del centro storico capitolino la presidente di #IoCosì, associazione per lo sviluppo sociale, Sara Manfuso. Il dibattito è stato animato da una pluralità di voci condotte in quella dimensione cupa e amara, “nera come la pece” del degrado sociale e antropologico proprio dall’intensità e dalla partecipazione viva dei due attori del Cut. L’atmosfera creata dalle parole del romanzo interpretate dal vivo da Gabriele Sangrigoli e Teresa Recchia ha fatto da cornice perfetta alla lunga riflessione culturale sulle convivenze contemporanee, sulla dimensione della solitudine, sull’inquietudine e sull’odio.

Con salti temporali dal 1944 al 2015, l’opera racconta una storia fatta di personaggi soli e tormentati, stanchi e profondamente segnati dalla vita. Personaggi che sono diventati reali entrando nei corpi, nelle corde vocali, nelle espressioni facciali e nelle sfumature verbali dei due attori del Cut. È stata un’interpretazione che ha reso tangibile l’immagine dei protagonisti descritta abilmente da Smeriglio in “Per quieto vivere” aprendo davvero la porta di quello stabile capitolino del quartiere Garbatella.

 

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