(In alto e in anteprima due momenti dello spettacolo che si è tenuto ad Atina Inferiore)
La ricerca dell’infinito, con la forza della coscienza in Dante Alighieri e la potenza del ricordo in Giacomo Leopardi, sono state al centro di una rappresentazione, portata in scena, nei giorni scorsi, dai ragazzi della VB del Liceo Classico Vincenzo Simoncelli di Sora, nel centro sociale di Atina Inferiore.
L’interrogativo posto come base di partenza è stato il seguente: può essere finito quel passato che ti porta a vedere Dio e a sentire lʼinfinito che ti sfiora il volto? Il dubbio legittima lʼuomo, e, proprio questo dubbio è stato fondamento dello spettacolo, ricordato in apertura, in occasione degli “Incontri Atinati” promossi dalla Società Dante Alighieri di Arpino.
Alla presenza della referente prof.ssa Daniela Ianni, del responsabile prof. Enrico Quadrini e della docente che ha accompagnato i ragazzi in questo viaggio, prof.ssa Barbara Abballe, terminato il prologo esplicativo della studentessa Melissa Sabatini, una moderna presentatrice televisiva, interpretata da Flaminia Venditti, ha sorpreso gli alunni della Scuola Media di Atina presenti allʼincontro, intervistando Dante Alighieri (Lucrezia Melcore) e Giacomo Leopardi (Alessio Mizzoni), riportati in vita, dal loro pensiero e dalla forza della loro personalità letteraria.
Dopo aver viaggiato, dopo aver sognato la più grande meraviglia, dopo aver amato la vita alla follia, insieme agli spettatori, così come esplica il titolo: “Vivere, Itinerare, Somniare”, i partecipanti, disposti a semicerchio, per assistere allʼintervista immaginaria, sono entrati in quellʼInfinito che, sia Dante, sia Leopardi hanno costruito durante lʼesibizione con citazioni dalla letteratura mondiale, e che i ragazzi hanno avvalorato con altri enunciati e massime diretti, dellʼautore della Commedia e del poeta recanatese.
Alla fine, libro dopo libro, i ragazzi hanno costruito una torre alta quanto lʼInfinito, argomento principale della recita. Da quella torre di libri, la coscienza e il ricordo si affacciano: forse un libro è proprio la coscienza di un ricordo. E chi sale su quella torre vivrà cinquemila anni, perché bisogna abbassare lo sguardo per vederne la sommità… e, come sosteneva lo scrittore Umberto Eco scomparso il 19 febbraio 2016: “La lettura è unʼimmortalità allʼindietro”.
Traendo spunto da un’interpretazione tipicamente psicologica, il dubbio viene inteso come un bisogno nevrotico dell’essere umano, mentre il sospetto ha una scaturigine razionale.
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni