(In alto la foto dell’artista premiato, Benedetto Ricci, la Dott.ssa Antonella Casazza, e Loreto Ricci mentre ritira il premio; in anteprima il quadro che ha ottenuto il doppio riconoscimento dalla commissione giudicatrice dell’Istituto superiore della Sanità),
Perseveranza e Speranza: è il titolo dell’opera di Benedetto Ricci, presentata, nei giorni scorsi, al concorso indetto
dall’Istituto Superiore di Sanità a Roma, avente come tema: La tenacia. Il quadro ha riscosso notevole successo, tra i diversi concorrenti e tra gli stessi organizzatori e l’autore ha ricevuto un doppio riconoscimento da parte della commissione giudicatrice.
Lo scenografo, disegnatore e docente di Storia dell’Arte di Posta Fibreno, ma residente a Pisa per motivi di lavoro, ha raccolto senza ripensamenti la proposta di partecipare al concorso in esame, suggerita dalla Dott.ssa Antonella Casazza che lavora nel medesimo istituto.
L’artista ci ha rivelato: “Ho apprezzato di gran lunga l’invito della mia amica e, dopo essermi accostato, proprio di recente, alla body art, mi sono ricordato di aver letto di un’artista newyorkese affetta da una patologia della cute chiamata dermografismo, ossia una reazione abnorme agli stimoli ed agli urti violenti. Mi sono ben presto reso conto di avere di fronte una donna, che, nonostante i suoi problemi, riusciva a trasformare il proprio corpo in una tavolozza da disegno”.
L’estroso Benedetto Ricci ha poi aggiunto: “L’ispirazione a volte nasce dal caso, ma anche dalla documentazione
e dalla lettura e cosi mi sono cimentato nella realizzazione di un disegno utilizzando un lapis e delle matite colorate cercando di cogliere gli aspetti più tipici di una figura femminile malata e quindi sofferente, ma prolifica ed ugualmente ‘caparbia’ e ‘irriducibile’ facendo esplicito riferimento ad artisti quali Renè Magritte, Salvador Dalì e tenendo nel debito conto anche degli insegnamenti del mio papà, grazie al quale, in casa, l’arte ha sempre avuto la sua valida risonanza”.
Qual è l’aspetto originale che pensi abbia colpito maggiormente chi ti ha giudicato e, verosimilmente, premiato? “Unire alle correnti artistiche anche la simbologia, senza per questo disdegnare di porre in essere richiami storici, con tanto di riferimenti paleocristiani, la perdita della coda, la nascita di Cristo, il baccello del pisello, la fertilità, la figura centrale della donna con il bambino. Inoltre ho cercato di trasmettere un concetto molto profondo e di rilevante importanza: una donna malata non è detto che debba necessariamente partorire un bimbo che non sia sano, a riprova del fatto che, non tutte le malattie sono ereditarie. Non meno importante l’immagine della chiocciola, o quella del serpente, o il bucaneve che, con la sua ‘ostinazione’ e ‘pervicacia’ sfida il freddo invernale e, dulcis in fundo, la chiave, emblema di guarigione, all’insegna della spiritualità, della rinascita, e dell’occhio di Dio che tutto vede”.
Soddisfatto? “Molto, anche perché oltre al premio che è stato ritirato da mio fratello Loreto, l’altro riconoscimento sarà pubblicato su una rivista mondiale americana, specializzata in medicina: Child’s Nervous System”.
L’artista, figlio d’arte (ricordiamo il pittore per eccellenza premiato finanche da Giovanni Paolo II, Vincenzo Ricci ndc), ha poi concluso: “Il prossimo anno ho intenzione di presentare un’opera eseguita ‘in toto’ dai ragazzi frequentanti le scuole medie inferiori dell’Istituto comprensivo Paolo Borsellino di Cascina in provincia di Pisa, nel quale insegno, perché sono talentuosi e meritano di avere la dovuta visibilità”.
Che dire: ad maiora!
Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni