(Sopra il giornalista e storico Dott. Rodolfo Damiani; in anteprima il logo della Costituzione)
Le città italiane presentavano ancora i segni delle distruzioni della guerra, quando, al termine di un lavoro politico di alto valore per traghettare l’Italia dalla monarchia alla Repubblica, dal fascismo alla democrazia venne stabilito che la festa della Repubblica Italiana si tenesse il 2 di giugno.
Due furono le ragioni per la scelta della data, una per ricordare il 2 giugno 1946, data in cui si era tenuto il referendum Monarchia-Repubblica e l’altra perché, il 2 giugno, ricorreva la morte dell’eroe dei due mondi, ossia Giuseppe Garibaldi.
La data è un compendio di tappe scaglionate nel tempo che, con la Promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana completò gli strumenti legislativi per consentire alla Nazione di funzionare nella completezza dell’impalcatura costituzionale.
La Carta è l’atto che ha spazzato via le strettoie dello Statuto Albertino e le leggi totalitarie del ventennio. La nostra Costituzione è prossima ai 75 anni e molti dicono che ha l’età giusta per la pensione, altri sostengono che i suoi principi e le linee guida, ereditate dalla Costituzione Mazziniana di Roma del 1849, sono tali da permettere di reggere le sfide future.
Prima di fare scelte manichee vanno fatte alcune osservazioni. Premesso che, è nell’uso, parlarne senza averne appena una conoscenza superficiale e la presunzione di alludervi per annullare ipotetici argomenti dell’avversario, erede del ‘non sa chi sono io’, cioè ‘lo dice la Costituzione’ , ‘è anticostituzionale’.
Troppo spesso anche gli addetti ai lavori peccano di leggerezza. Il testo della Costituzione Repubblicana è stata una
combattuta felice sintesi politica tra valori che avevano dato vita alla Resistenza e avevano approfondito nel carattere aperto di un testo i Temi della Carta della Repubblica Romana del 1949, ma soprattutto si era dimostrato un grande amore di Patria e un grande amore per la libertà. Il segreto di aver conciliato posizioni contrastanti sta nel carattere aperto e articolato di un testo che sancisce principi irrinunciabili di libertà, poteri e contropoteri bilanciati per evitare avventure dirigistiche.
L’uguaglianza dei cittadini, la libertà di espressione, la libertà di riunione, i diritti sociali, la libertà religiosa, la libertà di stampa, la libertà di associazione, le autonomie locali, il rigetto della guerra e la trattativa quale mezzo di soluzione delle dispute internazionali, pongono il documento del 1948 fra i più avanzati. Per cui non parlerei di modifica della nostra Carta Fondante , ma di ricerca della piena attuazione delle sue potenzialità. ‘Memento’ il meglio è nemico del buono ed è l’anticamera del non fare. Ricordiamoci che il 2 giugno mentre assistiamo alla
parata, con noi è presente la storia, con il patrimonio di civiltà e cultura che ha significato l’Italia, il presente, che ci annovera tra le Nazioni che operano per la pace e il progresso globale da cui trarre gli auspici e le speranze per il futuro.
Viva l’Italia Libera Democratica Indipendente.
Rodolfo Damiani
Giornalista e Storico
Giornalista e Storico